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Il volume delle intercettazioni telefoniche ed ambientali in Italia, ancorché complessivamente in lieve calo dopo le vette raggiunte nel 2013 (cfr. la Relazione del Ministero sull’amministrazione della giustizia – anno 2017, in particolare p. 87 ) resta indubbiamente estremamente importante, ed il loro utilizzo in ambito investigativo resta un elemento chiave, ieri come oggi.
Una ricerca di qualche anno fa (Romito e Galatà, 2007) rivelava un quadro desolante relativamente alla diffusione di metodologie scientificamente corrette di comparazione forense della voce, così come la carenza di preparazione specifica.
Ma per quale motivo oggi più che in passato è necessario utilizzare consapevolmente metodologie rigorosamente scientifiche e validate in ambito scientifico, abbandonando approcci pseudo-scientifici, improvvisati o fai-da-te?
Nel corso dell’ultimo decennio vi è stata una progressiva evoluzione delle tecniche e delle metodologie di comparazione forense della voce, illustrate nella letteratura internazionale di riferimento, e un aumento dell’attenzione verso metodologie scientifiche di riconoscimento del parlante anche in Italia. Sebbene non sia dato di rinvenire statistiche più recenti di quelle riportate nel sopra citato lavoro, sembra oggettivamente inverosimile che le lacune ivi evidenziate possano essersi colmate nell’arco dell’ultimo decennio, mentre appare più verosimile che, di pari passo all’evoluzione delle tecniche e delle metodologie illustrate nella letteratura di riferimento, vi sia stata e vi sia tuttora una progressiva presa di coscienza, tra gli operatori del settore, che approcci obsoleti, pseudo-scientifici o comunque improvvisati, siano diventati palesemente insostenibili e indice di una scarsa affidabilità del professionista che vi resti ancorato.
Davanti al professionista si pongo dunque le seguenti opzioni:
- Continuare ad offrire la propria consulenza di comparazione forense della voce, restando “fedele” a pratiche non più conformi all’evoluzione della materia perché prive di fondamento scientifico e al di fuori dei framework di riferimento;
- Abbandonare siffatte pratiche, ed in generale l’attività relativa alla comparazione della voce, indirizzando altrove la propria attività professionale;
- Sostituire siffatte pratiche con l’adozione di una metodologia e di strumenti validati scientificamente, rimandando però il tutto fino a quando si profilerà il prossimo incarico di comparazione;
- Procedere con sollecitudine sul percorso di aggiornamento professionale, entrare da subito nell’ottica di funzionamento del framework di riferimento, dotandosi al contempo di adeguati strumenti di comparazione forense della voce.
Le relative implicazioni, che il professionista dovrebbe tenere ben presenti, non sono difficili da rappresentare:
- Nel primo caso, si palesa il rischio, per il professionista che decida di non aggiornare le proprie competenze e i propri “attrezzi”, di confrontarsi con una controparte più preparata e aggiornata e di uscirne soccombente sul piano dell’affidabilità e dell’immagine (con ovvie conseguenze)
- Nel secondo caso, si sta scegliendo di rinunciare ad una evidente opportunità di crescita professionale, lasciando spazio (o forse sarebbe meglio dire “mercato”) al professionista che invece ha deciso di crescere;
- Nel terzo caso, non ci si avvede che la comodità di aver rimandato quello che viene percepito forse come un problema, anziché come un’opportunità, presenta altresì un duplice implicazione:
- Messo alle strette dal bisogno, il professionista, con ogni probabilità, improvviserà una celere ricerca sul mercato, si rivolgerà in extremis alla software house di turno, più o meno blasonata, acquisirà una licenza d’uso temporanea del relativo sistema (senza poterne valutare correttamente costi e benefici), e la sua consulenza si ridurrà a poco più che inserire i file audio richiesti e a stampare la schermata dei risultati offerta dal software, senza avere reale contezza di che cosa il software abbia calcolato, come l’abbia calcolato, sulla base di quali presupposti e requisiti e di come il risultato vada interpretato.
- In alternativa, il professionista si affiderà completamente all’apporto di un collega più preparato, con conseguenze in termini di riduzione di visibilità e perdita di competitività.
- Il quarto ed ultimo caso rappresenta evidentemente la strada che permette di cogliere l’opportunità di conseguire un vantaggio competitivo, una crescita professionale, oltre che, sopra ogni altra cosa, il raggiungimento di migliori standard qualitativi della perizia di comparazione forense della voce, a vantaggio innanzitutto della ricerca della verità processuale.
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Bibliografia (selezione)
Grimaldi M., D’Apolito S., Gili Fivela B., Sigona F., Illusione e Scienza nella Fonetica Forense: Una Sintesi, Mondo Digitale, AICA, settembre 2014, ISSN: 1720-898X.
Morrison, Geoffrey S. “Distinguishing between forensic science and forensic pseudoscience: testing of validity and reliability, and approaches to forensic voice comparison”. Science & Justice, 54 (2014): 245–256
Romito, Luciano e Vincenzo Galatà. “Speaker Recognition: Stato dell’arte in Italia. Valutazione dei corpora, dei metodi e delle professionalità coinvolte”. In Scienze Vocali e del linguaggio – Metodologie di valutazione e risorse linguistiche edited by Veronica Giordani, Valentina Bruseghini and Piero Cosi, pp. 223–242. Torriana: EDK Editore, 2007.
Sigona F., Grimaldi M., Tools for Forensic Speaker Recognition, in “Forensic Communication: Theory and Practice: A Study of Discourse Analysis and Transcription”, Edited by Franca Orletti and Laura Mariottini, Cambridge Scholars Publishing, August 2017.
Sigona F., Grimaldi M., «Il riconoscimento del parlante in ambito forense: uno studio indipendente sul software IDEM/SPREAD in uso ai Carabinieri», in Sicurezza e Giustizia, N. IV, dicembre 2015, ISSN: 2039-9669